Indagare sull’universo: il laboratorio di analisi chimiche

La chimica è una disciplina affascinante. Caratterizzata da una grande complessità e da un certo livello di profondità, solamente la fisica e la matematica sono in grado di raggiungere un più alto livello di precisione e affidabilità nello studiare la materia di cui è composto l’universo. Per dare idea dell’importanza di una simile disciplina, è sufficiente ricordare che esiste una categoria a parte di Premi Nobel che ogni anno vengono assegnati ai chimici più meritevoli, capaci di aggiungere ogni giorno qualche piccola informazione sulla conoscenza del mondo. La chimica può essere studiata, insegnata e praticata, ma è soprattutto da quest’ultimo punto di vista che essa si rende incredibilmente interessante agli occhi di chiunque. Tra i posti più adatti in assoluto per apprendere e praticare la disciplina allo stato puro va citato senza dubbio il laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche. In linea generale, il laboratorio chimico può essere inteso come quello spazio all’interno del quale si effettuano e si studiano indagini chimiche di vario tipo, a seconda dei mezzi e degli strumenti che si hanno a disposizione. Vista la vastità dei campi di applicazione della disciplina, un’indagine chimica può interessarsi dell’universale così come del particolare, senza alcuna distinzione. Ma il laboratorio chimico non è solo indagini e quant’altro. All’interno di un laboratorio si procede con la preparazione di composti e sostanze che possono venire immesse sul mercato, o con la creazione di miscele destinate al settore farmaceutico. Le implicazioni relative alla chimica sono innumerevoli. Andiamo alla scoperta di tutto ciò che avviene all’interno di un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche, prendendo in considerazione quelle che sono le sue caratteristiche generali per poi passare alla delineazione della strumentazione e delle finalità di un simile spazio scientifico.

Laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche: caratteristiche generali
Non esiste una norma univoca che determini l’aspetto generale di un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche. Esistono norme che regolano le dimensioni dei laboratori e la presenza di un certo tipo di strumentazione, o leggi che regolamentano l’uso delle sostanze chimiche classificandole in base alla pericolosità, ma di certo non si può parlare di una univocità strutturale. Innanzitutto, i laboratori chimici si distinguono l’uno dall’altro per le dimensioni, concetto che si ricollega direttamente al discorso delle finalità di tali strutture. Si prenda come esempio un laboratorio scolastico: all’interno di edifici di questo tipo lo studente può usufruire di una strumentazione variabile a seconda delle possibilità economiche dell’istituto. Entrando più nel dettaglio, un laboratorio chimico universitario sarà dotato di strumenti certamente più all’avanguardia rispetto al suo corrispettivo relativo ad una scuola di istruzione superiore. Tuttavia, esso non sarà mai dotato quanto un laboratorio professionale e di alto livello, fatta eccezione per i laboratori universitari nei quali si svolgono analisi per il mercato. Un esempio, in questo caso, è dato dai laboratori di analisi chimiche per le industrie che si occupano della distribuzione dell’acqua: il liquido venduto a livello commerciale deve essere sottoposto ad analisi specifiche prima di poter essere immesso sul mercato per il consumo. Per comprendere meglio cosa avviene all’interno di un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche è utile provvedere alla descrizione della strumentazione, in maniera tale da rimuovere qualsiasi dubbio in merito alle caratteristiche di tali edifici.

La strumentazione in dotazione ai laboratori
Quello della strumentazione è senza dubbio l’aspetto che affascina maggiormente di un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche. Per via della sua destinazione d’uso, un laboratorio di tale tipologia può godere dei vantaggi derivanti dalla necessità di fare uso di tecnologie sofisticate, tecnologie che possono essere ritrovate solamente all’interno di spazi di questo tipo. Gli strumenti vengono classificati sulla base delle operazioni che questi sono tenuti a supportare. Per quanto riguarda la misurazione di reazioni, ad esempio, il tecnico potrà fare uso di strumenti quali densimetri, cilindri graduati, spettrofotometri, bilance di varia forma e dimensione e così via. Diverso il discorso delle reazioni che prevedono operazioni di miscelazione, con il chimico che può fare affidamento sui classici agitatori e sui miscelatori da laboratorio. Ma è a proposito della separazione che si possono individuare strumenti ad elevato tasso tecnico: oggetti come la centrifuga e il distillatore, gli imbuti e gli alambicchi, l’evaporatore e gli estrattori, ognuno dei quali verrà utilizzato per far fronte alle diverse fasi del processo di separazione di miscele, sostanze e via dicendo. Vanno poi elencati tutti quegli strumenti finalizzati allo svolgimento di funzioni di supporto e di trasferimento delle sostanze. Strumenti come le pinze e i palloni, provette e pipette, vetrini e cuvette. Maggiore sarà l’apporto scientifico e tecnologico che la strumentazione è in grado di garantire nel laboratorio, maggiori saranno le possibilità del tecnico di poter avvantaggiarsi di una strumentazione di alto livello.

Laboratori: le finalità e gli obiettivi
Veniamo ora alle questioni generali legate alle reali prestazioni che un laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche è in grado di fornire. Di fatto, cosa fa un tecnico all’interno di un laboratorio di questo tipo? Quali sono le operazioni che egli deve praticare? E quali sono gli strumenti di sua competenza? Una cosa per volta. Un chimico da laboratorio è tenuto innanzitutto ad operare secondo le esigenze del suo campo di studi. Come si è visto in precedenza, la chimica è una disciplina ampia e in grado di sorprendere per via del suo alto grado di complessità. Ed ecco per quali motivi il chimico deve essere in grado di destreggiarsi con abilità nel laboratorio, conoscendo alla perfezione l’elenco dei vari strumenti a propria disposizione. Analizzando ancor più da vicino le funzioni che il tecnico deve poter svolgere all’interno dell’edificio, ecco che questi deve dimostrare grandi capacità nell’eseguire analisi e preparazione di composti, nel testare sostanze e prodotti chimici, nel risolvere le problematiche inerenti all’eventuale malfunzionamento di macchinari e strumenti tecnici. Senza tralasciare l’importante aspetto della pianificazione e della direzione operativa: la prima prevede un’eccezionale competenza nell’organizzare il lavoro all’interno del laboratorio, mentre la seconda consiste nella vera e propria direzione del personale.