Una considerevole sensibilità a livello ambientale ha indirizzato sempre più persone a interessarsi agli animali selvatici, all’ambiente in cui vivono e alla loro salvaguardia..
Una corretta informazione su questo genere di animali risulta indispensabile, per poterla conoscere realmente e per poter lavorare nella tutela della fauna selvatica.
Fauna selvatica: cos’è?
Quando si parla di fauna selvatica, si fa riferimento a quell’insieme di specie che vivono in uno stato di naturale libertà, all’interno del territorio nazionale italiano o in qualsiasi altra parte del globo.
Un aspetto da precisare è che tutti gli animali di tipo selvatico sono assolutamente indipendenti dall’uomo, per essere definiti tali.
In particolare, esiste una netta distinzione tra la definizione di
“autoctono” e “alloctono”: la fauna autoctona è posta in una precisa area di origine e prospera senza alcun intervento da parte dell’uomo; la fauna alloctona riguarda una specie non originaria di una specifica zona, ma che vi si insediata dopo l’intervento diretto o indiretto dell’uomo.
La legge italiana che tutela gli animali selvatici
Dal punto di vita normativo, la legge inerente questo settore è la
N.157 del 1992, recepita poi dalle varie regioni. L’articolo 1 specifica che la fauna selvatica corrisponde a un genere di patrimonio indisponibile dello Stato; inoltre è tutelata nell’interesse di tutta la comunità sia nazionale che internazionale.
Chi si occupa degli animali selvatici?
Tenendo conto della normativa appena citata, da più di 60 anni in Italia sono sorti vari Centri per il Recupero della Fauna Selvatica. Si tratta di strutture specializzate e autorizzate da enti pubblici dove gli animali si possono portare per essere accuditi e riabilitati. In seguito e dopo le giuste valutazioni, vengono rilasciati in natura.
Tra le varie cause che possono portare un animale selvatico al ricovero, tante dipendono dalla modificazione dell’ambiente o dal diretto contatto con l’uomo. Quindi essere a conoscenza di ciò che è correlato alle nostre azioni, può delineare la salvezza di specifiche categorie di animali.
Chi può lavorare con gli animali selvatici
Ognuno di noi può fare la propria parte, ma ci sono professionisti che dedicano la loro carriera specificatamente agli animali. Zoologi, etologi o ecologi studiano l’habitat degli animali e le difficoltà che possono insorgere, così da intervenire nel modo più opportuno non tanto per risolvere le problematiche, quanto per ristabilire il naturale equilibrio.
Ma dove possono prestare la propria opera? Vediamo quali sono gli sbocchi professionali.
Parchi nazionali
Una delle prime opportunità è quella di trovare occupazione prezzo i parchi nazionali o regionali, che si occupano di salvaguardare la sopravvivenza
degli animali selvatici sul nostro territorio. L’obiettivo è quello di permettere alle diverse specie di
vivere e prosperare in autonomia, evitando l’intromissione delle abitudini umane nell’ambiente, o quantomeno di gestirne la convivenza..
Associazioni di livello internazionale
Un’altra opportunità, molto affascinante, è quella di prestare servizio presso associazioni che si occupano di conservazione ambientale con progetti mirati su specifiche specie animali in giro per il mondo. E’ possibile anche fare dapprima fare esperienza come volontari del settore, avendo la possibilità di viaggiare e di mettere alla prova sul campo le competenze apprese durante gli studi.
In futuro, poi, il volontariato potrebbe anche trasformarsi in un lavoro retribuito, a patto di avere anche le giuste competenze di tipo accademico.
Zoo safari
Ce ne sono alcuni anche in Italia, e in un certo senso sono l’evoluzione degli zoo. Qui gli animali vivono in aree sì delimitate sì, ma con barriere quasi invisibili. Accanto ad esemplari di animali autoctoni ci sono leoni, ghepardi o elefanti, che richiedono attenzione particolari. Sono animali selvaggi, che però vivono in cattività.
Oppure, si può lavorare nei “veri” safari, quelli che si fanno sul luogo originario degli animali selvaggi per eccellenza: Africa o alcune zone dell’Asia. Si può diventare guida turistiche, oppure prestare servizio nelle associazioni del territorio che si occupano della fauna che vive libera nelle giungle e nella savana.
Gli studi da fare
E’ difficile lavorare in questo campo se non si ha una comprovata
preparazione di tipo accademico. Si possono scegliere diverse laurea inerenti questo ambito. Una delle più scelte potrebbe essere Veterinaria: prestare soccorso agli animali feriti sapendo come e anche quando intervenire, e quando invece lasciare che la natura svolga il proprio corso.
Oppure è possibile prendere una laurea triennale in Scienze Ambientali e Scienze Naturali, e poi specializzarsi in una certa branca, come etologia o zoologia.
Molto utili, per completare il curriculum, master di specializzazione, magari anche all’estero. E poi l’esperienza concreta, quella che dà solo il lavoro; come già detto, una buona idea è partecipare come volontario a corsi e progetti di enti non governativi e associazioni che si occupano di salvaguardia e conservazione ambientale.
Per chi desidera seguire questo percorso, in Italia possono fare affidamento ai consigli e alle proposte offerte dall’associazione ecologista Keep the Planet che aiuta coloro che vogliono lavorare nella conservazione della fauna selvatica.
Le azioni che possono fare tutti
Anche chi è un semplice amante degli animali e non fa di questa passione una professione, può però fare azioni concrete per la loro salvaguardia Quindi chi frequenta un parco o un safari, deve seguire alcune indicazioni.
Non dare da mangiare agli animali
Si tratta di un gesto da evitare in assoluto, perché è molto dannoso dare un’alimentazione sbagliata a questo genere di animali. In più, la flora selvatica deve rimanere diffidente nei confronti dell’uomo.
Al contrario tale animale diventerebbe un soggetto in pericolo di vita oppure considerato altamente pericoloso, andando automaticamente a perdere il suo diritto a
vivere libero.
Non bisogna allevarli da cuccioli
Gli animali selvatici sono nati liberi, conseguentemente hanno delle precise esigenze di tipo comportamentale e fisiologico. Pertanto solo personale esperto e qualificato può effettuare una detenzione temporanea nei confronti di componenti della fauna selvatica.
Dunque se dovessi trovare un animale selvatico in difficoltà o ferito, è importante rivolgersi agli appositi centri di recupero degli animali selvatici
Non liberare degli animali di tipo esotico
Spesso animali esotici vengono venduti senza dare alcuna informazione sulla loro gestione e sulle loro esigenze, col risultato che poi vengono rilasciati in modo intenzionale oppure persi dai proprietari.
In questo caso molte volte non riescono a sopravvivere a lungo in natura. Per non parlare del fatto che liberarli è un’azione illegale, con l’aggiunta di eventuali tragici risvolti non solo per l’animale, ma pure per quanto concerne l’ecosistema in cui viene liberato.