Se si ha intenzione di aprire una partita IVA per la propria attività lavorativa come freelance, è necessario conoscere e calibrare con attenzione tutti i costi che ci attendono.
Oggi come oggi tanti datori di lavoro rinunciano ad assumere e preferiscono collaborare con un professionista con Partita IVA. Prima di dire di sì, è bene considerare quanto costerà tenere aperta la partita IVA, quali sono tutti i costi da sostenere.
Innanzitutto essa consiste in un codice univoco di 11 cifre preceduto dalla sigla dello Stato al quale si appartiene.
Per aprire partita IVA ci si rivolge con un apposito modello all’Agenzia delle Entrate, e bisogna iscriversi al Registro delle Imprese o al REA dato che la legge tributaria prevede che ogni comunicazione di inizio, variazione o cessazione dell’attività ai fini IVA per persone fisiche venga comunicato.
La Comunicazione Unica serve per compilare il modello AA9/12 e il tutto quindi viene inviato al Registro delle Imprese, per via telematica, entro trenta giorni dall’inizio effettivo dell’attività.
Per ‘inizio di attività’ si considera l’aver posto in essere un’operazione economica, sia attiva che passiva.
Bisogna quindi scegliere il codice ATECO, e il regime forfettario oppure la contabilità ordinaria (non più il regime dei minimi, possibile solo per chi l’abbia scelto prima del 2015 fino a scadenza naturale).
Abbiamo visto come si apre la partita IVA, per mezzo di invio della Comunicazione Unica al Registro delle Imprese. Si tratta di un atto semplice e non richiede alcun costo per l’apertura: mantenere la partita IVA attiva invece ha dei costi.
I costi fissi della partita IVA dipendono, nella maggior parte dei casi, nel tipo di regime fiscale scelto.
Il Diritto camerale annuale costa da 12 a 120 euro a seconda del tipo di attività e si versa il 16 giugno, ogni anno.
I contributi INAIL sono necessari per il rischio di infortuni e malattie professionali, i contributi INPS sono versati dai titolari di partita IVA, ed infine bisogna considerare anche il costo del professionista (che può variare da 900 euro all’anno a 3mila euro annui).
I costi IRPEF e IRAP possono essere definiti ‘variabili’ e dipendono dal tipo di regime contabile scelto. Inoltre la Legge di Stabilità può prevedere degli aumenti (come avvenuto con la Finanziaria del 2016 con lo spessimetro, la liquidazione Iva periodica e la comunicazione IVA trimestrale).
Il costo della partita IVA nel 2017 è aumentato rispetto al 2016 e potrebbe aumentare anche nel 2018.