Anna Cantagallo: Quanto esercizio fisico serve per prevenire l’osteoporosi?

L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro che è caratterizzata da una riduzione della massa ossea e di conseguenza da un deterioramento del tessuto osseo. Questo provoca un aumento della fragilità e della predisposizione alle fratture, in particolare alla colonna vertebrale, all’anca e al polso.

Da un punto di vista diagnostico viene divisa in primaria, con una percentuale di circa il 95% dei casi e secondaria. Nel primo si fa riferimento ad episodi di osteoporosi che compaiono spontaneamente, mentre nel secondo a casi associati ad uno specifico evento quali ad esempio iperparatiroidismo o farmaci osteotossici. Secondo le stime le persone colpite in Italia sono all’incirca 5 milioni, con un aumento drastico in seguito alla vecchiaia e in particolare nelle donne subito dopo la menopausa.

Come spiega la dott.ssa Anna Cantagallo è ormai una convinzione diffusa che l’osteoporosi sia una componente inevitabile dell’invecchiamento, anche se molti esperti confermano che in realtà sia una patologia in qualche modo prevedibile”. Ad esempio l’inattività fisica è un fattore di rischio che potrebbe essere facilmente gestito insieme ad altri quali dieta, fumo  e alcol.

Ad esempio per la prevenzione di malattie metaboliche e cardiovascolari alcune linee guida assicurano una diminuzione dei rischi grazie a 150 minuti a settimana di attività fisica moderata, suddivisi in periodi di circa 10 minuti.

Il team dell’università di Exeter in Gran Bretagna ha voluto seguire un esperimento (https://academic.oup.com/ije/article-lookup/doi/10.1093/ije/dyx080 ) per indagare più specificatamente se attraverso l’uso di strumenti più sofisticati, l’attività fisica può avere dei benefici per le donne in pre e post menopausa. Grazie ai dati offerti dall’UK biobank, risorsa sanitaria che monitora circa 500.000 volontari raccogliendo informazioni sulla loro salute per poi fornirli a scienziati autorizzati a scopi di ricerca, il team ha individuato un gruppo  di donne in pre-menopausa che contava 1218 soggetti e un gruppo in post-menopausa di 1316 soggetti.

Il team di ricerca ha avuto l’opportunità di misurare con maggiore precisione l’intensità delle attività fisiche benefiche all’osso grazie alla nuova disponibilità commerciale di monitor di attività a polso basata su accelerometria a tre assi ad alta risoluzione, che raccoglie e memorizza i dati grezzi di accelerazione fino a 100 Hz per 7 giorni. A queste misurazioni sono state prese sono state aggiunte anche le risposte ad un questionario apposito.

I risultati oltre ad aver individuato un’associazione tra attività fisica e benessere delle ossa nelle donne in pre e post menopausa, hanno permesso di definire delle soglie utili per delineare linee guida di prevenzione.

Ma quali sono queste soglie? Molto efficaci si sono rivelate le brevi esplosioni di attività ad alta intensità. Con il fine di sviluppare messaggi realistici e realizzabili per la salute pubblica, i ricercatori hanno definito che piccoli importi (1-2 minuti) di attività a ≥1000 mg per le donne in pre-menopausa e ≥750 mg per le donne in post hanno effetti benefici sulla salute delle loro ossa; l’attività ad alto impatto, infatti, è generalmente considerata necessaria per stimolare le cellule ossee migliorandone la densità.

Perché le misure di salute ossea sono associate ad una diversa soglia di intensità nelle donne pre- e post-menopausa? “Probabilmente” – spiega il team – “ciò è possibile a causa della forza ossea in declino con l’età  che abbassa la soglia di attività ad alta intensità (750 mg) nelle donne in post-menopausa fornendo in realtà la stessa stimolazione meccanica di una soglia più elevata di attività ad alta intensità (ad es. 1000 mg) nelle donne in pre-menopausa”.

Lo studio ha quindi potuto concludere che 1-2 minuti al giorno di attività quali correre ai 10 km/h in donne pre-menopausa e a fare un lento jogging nelle donne in post-menopausa è associato ad una migliore salute delle ossa.

La dott.ssa Anna Cantagallo conclude dicendo “condurre una vita sana rappresenta un ottimo alleato per un invecchiamento sano e in particolare l’attività fisica può prevenire diverse patologie, tra cui l’osteoporosi. Per questo evitiamo di aspettare la diagnosi di qualche malattia per metterci in movimento, ma cominciamo a farlo molto prima in modo da prevenirne la comparsa!”.