Attraverso l’espressione antibiotico resistenza si indica la resistenza sviluppata naturalmente dai batteri ad alcuni farmaci antibiotici. Questa caratteristica, propria di alcuni batteri, è stata generata dalla selezione naturale che ha creato una vera e propria invasione di “super batteri”.
Questi microorganismi riescono a sopravvivere agli antibiotici comunemente in uso nelle strutture sanitarie e stanno causando un innalzamento allarmante nel tasso di mortalità dei pazienti affetti da infezioni batteriche.
Paradossalmente, una delle cause dell’antibiotico resistenza, è l’eccessiva leggerezza con cui i medici somministrano terapie antibiotiche a pazienti che non ne avrebbero bisogno, un’altra è la pessima abitudine dei pazienti di assumere antibiotici in maniera scorretta.
L’odontoiatria è un settore della medicina in cui la somministrazione eccessiva o scorretta di antibiotici è altissima e la responsabilità professionale del medico odontoiatra ha un’enorme importanza nel contenere la diffusione dell’antibiotico resistenza a livello mondiale. Per questo motivo importantissimo occorre consultare professionisti coscienziosi ed esperti nel campo. Noi ringraziamo il Dottor Andrea Gola – dentista a Casteggio, che ci ha aiutato a redarre questo articolo.
Uso corretto dei farmaci per evitare l’antibiotico resistenza
Per evitare che i batteri sviluppino l’antibiotico resistenza è fondamentale trattarli con questo tipo di farmaci solo quando il medico o l’odontoiatra lo ritengono strettamente necessario.
Risulta molto più efficace, inoltre, non usare antibiotici a largo spettro, prediligendo sempre quelli specifici per un determinato tipo di patogeni, in maniera da non esporre gli altri batteri presenti nel corpo a trattamenti farmacologici che ne innalzerebbero l’antibiotico – resistenza.
Dal lato dei pazienti è fondamentale che essi seguano alla lettera la prescrizione medica e non interrompano la terapia appena dopo la sparizione dei sintomi.
Oltre a questo l’auto somministrazione di antibiotici è un’altra pessima abitudine di molti italiani e costituisce un pericolo enorme, dal momento che soltanto un medico è in grado di decidere se è opportuno curare una certa patologia con la somministrazione di antibiotici. Inoltre solo un medico è in grado di determinare quali sono gli antibiotici più adatti a curare un singolo paziente per quella determinata patologia.
Ruolo chiave dell’odontoiatra
Secondo un recente studio dell’European Center for Desease Control, l’Italia è tra i paesi europei in cui si consumano più antibiotici. Questo implica che nel nostro paese l’antibiotico resistenza ha già raggiunto livelli allarmanti e si stima che nel 2050 alcuni interventi chirurgici base diventeranno poco sicuri, dal momento che gli antibiotici attualmente in commercio non saranno più in grado di contrastare le infezioni batteriche a cui i pazienti chirurgici sono necessariamente esposti.
Il dentista è tra i principali prescrittori di antibiotici in Italia ma, nella stragrande maggioranza di casi, potrebbe evitare di farlo.
La prescrizione di antibiotici ai pazienti odontoiatrici è infatti necessaria solo nel caso di pazienti diabetici e con gravi patologie cardiache. In tutti gli altri casi la somministrazione di antibiotici finalizzati alla cura di infezioni batteriche post-operatorie deve essere estremamente ragionata e mirata a contrastare l’infezione in corso (l’ascesso gengivale e la perimplantite sono ad esempio causate da infezioni batteriche che vanno necessariamente curate con una terapia antibiotica).
Va inoltre sottolineato l’importanza del corretto uso della profilassi antibiotica, cioè della copertura antibiotica che si fornisce al paziente prima di un’operazione per evitare che sviluppi infezioni: essa va eseguita una o due ore prima dell’intervento al fine di massimizzare l’effetto antibatterico degli antibiotici, che vanno sempre somministrati in dose piena o talvolta doppia.
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