Progettare l’illuminazione di un interno, da dove cominciare?

Se la vostra nuova casa è in fase di costruzione, o la state ristrutturando, sarete ben presto chiamati in cantiere a definire i punti in cui posizionare gli attacchi per le fonti luminose, che siano lampadari, faretti, plafoniere o altro.

Appare evidente quanto sia necessario che abbiate già le idee chiare per presentarvi a questo appuntamento preparati.
In alternativa, il rischio è che diate indicazioni con pressapochismo, cercando di immaginare la soluzione migliore senza aver valutato quali siano le vostre reali esigenze e quale potrà essere il risultato finale.

In questi casi, è meglio che vi rivolgiate a dei professionisti, che sapranno progettare per voi l’illuminazione della vostra casa, ma anche dell’ufficio o di qualsiasi altro interno.
Parliamo dei lighting designer, ovvero gli architetti della luce, una materia tanto intangibile quanto indispensabile.

L’illuminotecnica, o lighting design, di che cosa si tratta?

Il lighting design, o Illuminotecnica, una vera e propria disciplina tecnico scientifica, si pone l’obiettivo di orchestrare tutto ciò che concerne l’illuminazione di un interno attraverso un progetto d’insieme.

Per chiarire meglio il concetto abbiamo visitato il sito di una delle realtà di questo settore, un affermato negozio di illuminotecnica a Bologna, Insidesign Architettura della Luce.
Tra le loro pagine online si può leggere che, per creare un sistema di illuminazione funzionale ed emozionale, in fase di pianificazione il lighting designer tiene conto di tutti gli elementi, come la struttura architettonica, la funzione del locale e il tipo di arredamento.

Infatti, entrano in gioco diversi fattori che è necessario conoscere se si vuole realizzare un lavoro ben fatto.
Anzitutto, bisogna rapportarsi con le maestranze chiamate a svolgere funzioni specifiche, come falegnami, muratori ed elettricisti.
Poi, occorre individuare la soluzione tecnologica più adatta ad ogni ambiente.

Ad esempio, in cucina è indispensabile prevedere un’illuminazione eterogenea, con corpi illuminanti differenziati, led o faretti sul piano di lavoro e lampadari o plafoniere per diffondere luce al resto della stanza.
E ancora, nei bagni si opta per lo più per un’illuminazione uniforme, senza però dimenticare di potenziarla in corrispondenza della specchiera.
Insomma, un progetto di illuminotecnica non può prescindere dalle funzioni assegnate ad ogni locale, da quello più moderno a quello con un arredamento in stile più vintage.

Si potrebbe pensare che a questo punto il contributo del lighting designer sia terminato, invece, è solo a metà dell’opera.
Resta da definire tutta la sfera emozionale.

Perché è importante saper progettare con attenzione la luce?

Per un lighting designer progettare l’illuminazione di casa significa lavorare con la luce, un materiale che, pur essendo incorporeo, si può plasmare e controllare per ottenere effetti specifici.

Anche se non ci facciamo caso, è assodato che la luce influisce profondamente sulla sfera emozionale di ognuno di noi.
Infatti, soggiornare in stanze troppo o troppo poco illuminate crea una sensazione di disagio e di malessere, e assegna a quel luogo un’aura di negatività.
Pertanto, i lighting designers devono tenere ben presente questo aspetto, quando si apprestano a pianificare l’illuminazione di un ambiente.

Un progetto ad hoc è in grado di assicurare il massimo confort visivo ai fruitori di quell’ambiente e di definirne la funzionalità.
Inoltre, saper creare una relazione tra illuminazione e arredi permette di valorizzarne anche l’estetica.

Nei progetti di lighting design, anche la luce naturale ricopre un ruolo essenziale e non la si può certo ignorare mentre si studia un piano di illuminazione.
Le diverse fonti luminose consentono di ottenere risultati molto variegati, che il lighting designer può sfruttare a seconda dell’effetto desiderato.

La luce naturale è chiara e si diffonde in maniera omogenea, mentre quella artificiale può essere controllata e direzionata per esigenze specifiche, come evidenziare o dare enfasi a determinati punti.

I contrasti luminosi diventano la materia con cui comporre lo spazio, definire i volumi e donare plasticità agli arredi.
In pratica, gli architetti della luce devono mettere in campo tutta la loro esperienza e creatività per realizzare un progetto unico e originale.

Come combinare con successo illuminazione e arredamento?

Tutto ciò di cui abbiamo parlato finora, lascia intuire quanto sia importante riuscire a combinare il proprio progetto di illuminotecnica con l’arredamento di casa.
Infatti, non si tratta di due compartimenti stagni, che vanno affrontati in separate sedi, ma di due aspetti strettamente correlati tra loro.

Di conseguenza, ricorrere a dei professionisti che abbiano esperienza in entrambi gli ambiti consente di poter realizzare un progetto corale, che a conti fatti può essere anche più conveniente.

Una gestione unitaria di illuminazione e arredo permette di procedere con ponderazione, riuscendo ad individuare eventuali criticità nel piano di intervento e suggerendo soluzioni più vantaggiose.
Ecco perché gli studi più stimati propongono progetti integrati di illuminotecnica e arredo.

Ne è un esempio Insidesign che, oltre ad essere un negozio di illuminotecnica a Bologna, è anche uno studio di progettazione di arredamento d’interni, come possiamo leggere sul loro sito.
In sintesi, una buona conoscenza dei prodotti, dai corpi illuminanti ai mobili, permette di creare soluzioni efficaci e originali, che soddisfano sia le esigenze pratiche che quelle stilistiche.