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Lavoro metodo Montessori

Il metodo Montessori si fonda sul pieno rispetto delle capacità del bambino, in quanto individuo pensante e dotato di caratteristiche personali uniche.

Se lasciato libero di esplorare, di sperimentare e di esprimere le sue attitudini, il bambino è in grado di apprendere e di portare avanti un proprio percorso formativo. Trovando i giusti stimoli percorrerà la strada migliore per raggiungere i propri obiettivi.

Questo è il concetto di base, che si apre a tutte le sfaccettature del pensiero di una delle più grandi educatrici di tutti i tempi, Maria Montessori.

Il gioco come lavoro nel metodo Montessori

Scegliere di affidare il proprio bambino ad una struttura montessoriana è una scelta importante, che condizionerà la sua educazione e il suo diventare poi adulto.
Le scuole che seguono questo metodo sono chiamate Casa dei Bambini, una riproduzione di casa fatta su misura del bambino, dove è possibile imparare e sviluppare le proprie capacità giocando.

Secondo Maria Montessori, infatti, il gioco è necessario per lo sviluppo psicofisico del bambino e dev’essere per questo inteso come un lavoro.
La concentrazione e l’uso delle mani sono di fondamentale importanza per la maturazione mentale. Dopo i 3 anni la mente del bambino, infatti, comincia a guidare le mani per perfezionare tutti quei gesti istintivi appresi nel periodo precedente.

I giochi montessoriani, nelle Case dei Bambini, diventano quindi dei materiali di apprendimento e sviluppo sensoriale rivolti a crescere adulti consapevoli, sicuri di sé e responsabili.

Le Case dei Bambini in Italia e nel mondo

Nonostante la prima Casa dei Bambini sia stata fondata a Roma, nel 1906, il metodo si diffuse sopratutto nel resto d’Europa, nonché oltreoceano.

Sono più di 60.000 infatti le scuole ad indirizzo montessoriano nel mondo e solo poco più di 200, invece, quelle in Italia. Purtroppo, nonostante gli straordinari risultati che si hanno con l’applicazione del metodo, si guarda ancora con sospetto un cambiamento così radicale del metodo d’insegnamento.

Il ruolo fondamentale che gioca l’ambiente

I mobili e gli strumenti a disposizione nelle classi sono pensati per essere completamente accessibili ai bambini, così da essere sperimentati in autonomia.

Si utilizzano scaffali in legno proporzionati ai piccoli utilizzatori, arredi leggeri e maneggevoli per essere manovrati in sicurezza, attrezzature di vita pratica (pulizia, travasi, cucito, giardinaggio), di apprendimento culturale (lettere, numeri, schede sui vari argomenti) e materiali sensoriali, capaci di implementare la sensibilità e l’uso dei cinque sensi.

Gli ambienti sono organizzati per riprodurre un ambiente domestico stimolante, suddivisi in aree tematiche attentamente interconnesse fra loro, per favorire un senso di continuità al bambino ed assecondare la sua irrefrenabile ricerca di stimoli.

Ogni strumento è presente in una sola copia: i bambini imparano così ad attendere il proprio turno con pazienza, e migliorano la tecnica osservando l’attività degli altri .

Allo stesso modo tutto è ordinato ed esposto sugli scaffali e, una volta usato, ogni oggetto viene rimesso al suo posto.
Le cose che non servono più vengono chiuse negli armadietti per non essere motivo di inutili distrazioni.

Il lavoro degli educatori montessoriani

Essere educatori non è mai un mestiere facile, ma scegliere di educare con il metodo Montessori significa rivedere completamente le tradizioni dell’insegnamento classico, ancora pienamente radicato in Italia.

Il maestro montessoriano deve essere in grado di capire il comportamento dei suoi piccoli alunni, osservarli e intervenire solo quando necessario.

Gli insegnamenti sono soprattutto individuali. Ogni bambino, infatti, è libero di dedicarsi ad un’attività scelta autonomamente.
Nelle Case dei Bambini non c’è l’obbligo di passare ore seduto ad un banco insieme a studenti della stessa età come avviene nella scuola ordinaria.

Le lezioni esclusivamente di gruppo, i programmi imposti e la struttura rigida della scuola classica condizionano le possibilità di espressione dei bambini. Li portano a standardizzarsi e a limitarne i progressi.

In un contesto simile, il lavoro con il metodo Montessori è prima di tutto psicologico.
L’educatore ha il compito di fare da mediatore fra l’ambiente e il bambino. Deve spiegare con calma e pazienza quello che si può e quello che non si può fare.
Deve esercitare una grande capacità di osservazione e capire le motivazioni di determinati gesti dei piccoli.
Studiare ed intervenire senza creare interferenze sullo sviluppo e crescita autonoma del bambino.

Le sue lezioni saranno semplici, di breve durata e sempre neutrali: il compito del maestro sarà quello di mostrare al bambino come utilizzare un oggetto.
Dovrà poi lasciarlo libero di sperimentare e conoscere, di auto correggersi senza interrompere lo svolgimento dell’attività.

Come diventare educatore o educatrice Montessori

Per chi volesse entrare nel mondo del lavoro con il metodo Montessori, è utile sapere che in Italia l’unico istituto certificato per la formazione di personale specializzato, è l’Opera Nazionale Montessori.

Qui vengono organizzati corsi per i diversi gradi di insegnamento, oltre a stage, seminari e corsi per genitori ed insegnanti.

Sul sito dell’associazione è possibile trovare tutte le informazioni riguardo la tipologia di corsi, le date e i requisiti richiesti.

 

Come applicare il metodo Montessori anche in casa

Anche nell’ambiente domestico è possibile costruire e portare avanti un’educazione montessoriana.

Ricreare anche in casa un’ambiente idoneo, con spazi” a misura giusta”, aiuta a crescere un bambino autonomo e libero nelle sue scelte sviluppando il suo potenziale.

Nonostante il metodo sia stato inizialmente rivolto solo agli educatori, sono proprio i genitori i primi che devono dare l’esempio.
Per fare questo devono comprendere come interagire al meglio con i figli, essere positivi ed entrare nell’ottica giusta.
Il metodo Montessori è anche un lavoro interiore, dove lo stesso genitore deve mettersi in discussione.

Solo aprendo la mente ad una visione così “libera” del mondo potrà vederlo attraverso gli occhi del bambino.