Fido bancario: che cos’è e come funziona

Il fido bancario, o affidamento, si ha quando un cliente si assicura una somma di denaro direttamente dalla banca che la mette a disposizione dietro un corrispettivo e un’adeguata garanzia. Ecco tutto quel che c’è da sapere su questo particolare finanziamento, dai costi alla durata!

Fido bancario: cos’è

Il fido bancario è richiesto da un cliente direttamente alla propria banca che mette a disposizione una data somma di denaro o si assume per conto dello stesso un’obbligazione nei confronti di un terzo. Questa sorta di finanziamento può essere concesso a privati o ad aziende, anche se queste ultime ricorrono principalmente ad un altro strumento di finanziamento, il credito bancario. Ad esempio: una persona guadagna 1200 euro al mese. In quel mese ha sostenuto spese extra rispetto al guadagno. Se è già stato attivato un fido la persona può prelevare del denaro anche se con il prelievo il conto andasse in rosso. La somma di denaro è poi prelevata direttamente dallo stipendio successivo applicando i relativi tassi di interesse.

Attraverso questo strumento il cliente ha dunque la possibilità concreta di prelevare del denaro dal proprio corrente anche se il saldo è negativo. Il prelievo non deve però superare il limite della somma pattuita con la banca e il richiedente è poi tenuto a rimborsare l’importo ricevuto non appena disporrà della somma, compresi gli interessi fissati nel contratto. L’importo della somma stabilita con il fido può essere utilizzato una volta sola, anche con prelievi parziali e in questo caso si parla di apertura semplice. Qualora invece il cliente decida di utilizzare la somma in una o più soluzioni ripristinandola con più versamenti si ha l’apertura in conto corrente.

Quando si può chiedere un fido bancario

Ogni cliente può chiedere alla propria banca l’apertura di un fido recandosi allo sportello della propria filiale per compilare un apposito modulo, è poi la banca che dopo l’analisi del profilo del cliente definisce la somma che può essere messa a disposizione del cliente. La procedura di richiesta del fido è piuttosto breve e in questo lasso di tempo la banca procede nel controllo della disponibilità economica del cliente e soprattutto nella valutazione delle possibilità di restituzione della somma. Questa fase ha dunque ad oggetto i profili reddituali e quelli patrimoniali del richiedente per conoscere nel dettaglio la sua capacità di restituzione della somma e la solidità finanziaria.

In merito alla possibilità di attivare uno strumento di questo tipo va poi precisato che l’apertura del credito può essere allo scoperto o garantita. Nel primo caso il fido è privo di un qualsiasi tipo di garanzia, mentre nel secondo caso si caratterizza per la presenza di una garanzia reale o personale, che si estingue con la cessazione del contratto. Qualora poi le garanzie divenissero insufficienti, la banca può chiedere un supplemento di garanzia o la sostituzione del garante. Se l’accreditato non ottempera alla richiesta, la banca può intervenire riducendo il credito o recedendo dal contratto.

Quanto costa e scioglimento del fido

Lo strumento del fido bancario si differenzia poi da un normale finanziamento o prestito poiché con il fido il richiedente ha la possibilità di utilizzare la somma stabilita anche parzialmente. Di conseguenza il costo del fido è variabile poiché cambia in base agli interessi applicati all’importo di cui si è effettivamente usufruito. Su questo incide anche il tempo di rientro: più lungo sarà il tempo di restituzione maggiori saranno i tassi di interesse applicati. Nello specifico la commissione da pagare per l’apertura del fido può arrivare ad un massimo del 0,50% a trimestre calcolato sulla somma messa a disposizione del cliente. I costi totali sono comunque prefissati in partenza dalla banca. Superato il periodo concordato tra le parti la banca procederà ad effettuare direttamente la richiesta di rientro del fido richiesto.

Il rapporto tra la banca e il cliente richiedente il fido è un vero e proprio contratto che si estingue con la morte del cliente ed è un contratto che non si trasmette agli eredi. Se il contratto è stipulato a tempo determinato la banca non può recedere prima della scadenza del tempo fissato a meno che vi sia una giusta causa per procedere in tal senso. Le parti possono eventualmente stabilire il recesso senza giusta causa dato che la legge per questo tipo di patto contrario fa salvo il patto contrario a salvaguardia dell’autonomia contrattuale delle parti. In questo caso con il recesso si sospende subito la possibilità di utilizzare il credito. La banca deve però concedere sempre un preavviso di quindici giorni al cliente per la restituzione della somma accreditata. Nel caso invece di apertura di un fido indeterminato entrambe le parti possono recedere liberamente dallo stesso, dando però preavviso nei termini espressamente fissati dal contratto o, qualora questi non siano stati fissati in precedenza, entro quindici giorni.