Quando si parla di assistenza agli anziani, si parla spesso di OSS e badanti. Sono due ruoli che spesso, nell’immaginario collettivo, si sovrappongono. Entrambi sono ruoli di grande rilievo all’interno del sistema socio-assistenziale italiano: ad ogni modo, ci sono differenze sostanziali e le due figure non vanno sovrapposte. Caratteristiche, mansioni e contesti sono diversi e di conseguenza è necessario fare chiarezza.
Chi è l’OSS e di che cosa si occupa
L’OSS (operatore socio-sanitario) è una figura imprescindibile del sistema assistenziale italiano e opera e in ambito sanitario e sociale. Questa figura è nata nel 2001 da un provvedimento della Conferenza Stato del 22 febbraio 2001 con un compito ben preciso: soddisfare i bisogni primari delle persone non autosufficienti e favorirne il benessere mentale e l’autonomia. Per diventare OSS, bisogna fare un corso professionale di 1000 ore.
Questo corso prevede anche un tirocinio obbligatorio presso strutture sanitarie. Attraverso la teoria e la pratica del tirocinio, l’operatore acquisisce le nozioni fondamentali che gli permettono di diventare un valido supporto per gli infermieri. Ecco quindi la prima distinzione: l’OSS non è laureato (a differenza dell’infermiere) e non può in alcun modo sostituirlo.
Cosa fa l’operatore socio-sanitario
L’OSS può operare in strutture pubbliche e private come ospedali, residenze sanitarie assistenziali (RSA), case famiglia e centri diurni. Ad ogni modo, può fornire assistenza domiciliare ad anziani e malati. Ecco cosa può fare l’operatore socio-sanitario, in collaborazione con altre figure professionali (caregiver, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali,educatori).
- prendersi cura dell’igiene personale di persone non autosufficienti
- aiutare medici e infermieri nella somministrazione di farmaci e terapie di base
- effettuare piccole medicazioni e aiutare il paziente ad assumere correttamente i farmaci
- aiutare i pazienti a seguire le diete
- aiutare e asciugare il materiale da sterilizzare
- trasportare il materiale biologico
- monitorare i sintomi di allarme
- effettuare interventi di educazione alla salute
- verificare il mantenimento delle capacità psico-fisiche della persona assistita
- aiutare il medico nell’attività di rieducazione e recupero funzionale
- fornire supporto al personale sanitario e sociale nell’assistenza ai malati terminali
- eseguire attività di animazione e socializzazione e favorire l’integrazione sociale
- verificare le capacità cognitive dell’utente
- sanificare gli ambienti in cui si trova l’assistito
- collaborare alla rilevazione dei bisogni dell’utente
- tenere informata la famiglia sui servizi attivi sul territorio
Chi sono le badanti e cosa fanno
La badante è una figura assistenziale che fornisce assistenza ad anziani e malati. Un ruolo fondamentale che spesso viene bistrattato e che non rende giustizia. La badante infatti si assume l’onere (e in molti casi l’onore) di assistere gli anziani nella fase finale della loro vita. Oltre a curarli e assisterli dal punto di vista fisico, si preoccupano di far loro compagnia (parlando, guardando assieme la tv o giocando a carte).
La badante opera sempre presso il domicilio dell’assistito e rientra nella categoria dei collaboratori familiari come i caregiver. A differenza di OSS e OSA (di cui parleremo più avanti), le badanti non hanno una formazione specifica. Sono pagate per assistere gli anziani in modo generale e non hanno competenze mediche. Non possono fare punture, non possono sostituire l’operatore socio sanitario e né l’infermiere. Ecco le attività principali che svolgono le badanti:
- preparare i pasti per l’anziano
- controllare l’assunzione delle medicine
- mantenere in ordine la casa
- aiuto nella vestizione e nel lavaggio (se l’anziano non è autosufficiente)
Quali sono le differenze tra badanti e OSS
In linea generale, la differenza principale fra l’OSS e la badante sta nella formazione. La badante non ha alcuna preparazione (o comunque non è tenuta ad averla) ed è assimilabile alla figura del caregiver familiare. In alcuni casi, sono proprio i caregiver familiari a trasformarsi in veri e propri badanti perché le condizioni economiche non consentono di assumere persone esterne.
Il caregiver, per decenni, è stata la madre di famiglia. Con l’emancipazione femminile, l’allungamento della durata media della vita la diffusione di patologie croniche e degenerative, è emersa l’esigenza di figure in grado di assistere l’anziano durante tutta la giornata. Secondo l’INPS, in Italia ci sarebbero 1,6 milioni di badanti (tra regolari e irregolari).
L’OSS invece è un professionista sanitario che ha studiato (1000 ore) e che ha svolto un tirocinio presso una struttura ospedaliera. Non è escluso che qualche badante (a spese proprie o della famiglia che li assume) possa diventare OSS; in questo caso, i familiari possono contare su un una persona con una competenza specifica in grado di assistere anziani e persone autosufficienti in una maniera più performante.
OSS e OSA: differenze e somiglianze
Per OSA si intende un operatore socio-assistenziale: una figura professionale che fornisce assistenza in ambito sociale e relazionare. Per diventare OSA, bisogna fare un corso di formazione della durata minima di 700 ore.
La differenza con l’operatore socio-sanitario (OSS) sta nel grado di intervento. Un OSS può svolgere interventi di assistenza in ambito sanitario e aiutare l’infermiere, l’OSA invece non ha competenze mediche e si può occupare solo di supporto psicologico. Il suo intervento è mirato a favorire il recupero dal punto di vista fisico e psicologico. Di seguito le principali attività svolte dagli OSA:
- assistenza nello svolgimento delle attività quotidiane
- controllo della postura e aiuto nella deambulazione
- igienizzazione dell’ambiente
- supporto in pratiche e commissioni varie (fra cui il trasporto alle visite mediche)
- ascolto, analisi e rilevazione dei bisogni