Cos’è un ponte termico, da cosa è causato e come eliminarlo

La fase di coibentazione della casa è importante per garantire una adeguata resistenza termica degli ambienti interni e per risparmiare energia (almeno l’80% per quanto riguarda la componente del riscaldamento). Così come si legge sul sito www.isobloc.it uno dei punti cruciali di questo processo è l’eliminazione dei ponti termici, ovvero delle zone dell’involucro dell’edificio con una resistenza termica sensibilmente minore a quella di zone adiacenti. Se stai cercando di capire cosa sia un ponte termico, da cosa è causato e come risolvere i problemi ad esso legato, leggi questo articolo.

CAUSE ED EFFETTI DI UN PONTE TERMICO

La causa principale di formazione di un ponte termico è la disomogeneità geometrica tra le superfici interne ed esterne, una condizione che si ritrova spesso alle interfacce parete-parete e parete-soffitto. La maggior superficie disperdente (quella esterna) causa un ponte termico; ma anche la discontinuità di resistenza termica tra materiali con conduttività termica diversa all’interno dell’involucro edilizio possono portare ad un ponte termico. Come intuibile, il primo effetto di un ponte termico è una maggiore dispersione termica all’interno dell’abitato, fattore che causa a cascata la proliferazione di muffe e la formazione di condensa per l’aumento dell’umidità. Un problema dunque non solo termico ed energetico, ma anche igienico-sanitario.

COME ELIMINARE UN PONTE TERMICO

Solitamente, in fase di progettazione della casa, i tecnici addetti all’isolamento termico dell’edificio prendono in considerazione anche gli eventuali ponti termici, impedendone la formazione. Se sei andato a vivere in un edificio datato, tuttavia, è possibile doversi trovare a risolvere questo problema a lavori già ultimati. Un buon modo per iniziare è installare degli infissi ad elevate prestazioni e a bassa conducibilità termica: i punti dell’edificio aperti verso l’esterno sono senz’altro i più esposti per la formazione di ponti termici. In alternativa potete applicare delle guarnizioni sugli infissi preesistenti, ma ciò potrebbe non risolvere completamente il vostro problema. Se siete interessati ad un intervento più massiccio e complessivo, si può agire su edifici preesistenti con l’isolamento termico a cappotto: questa procedura consiste nell’installazione di pannelli coibenti (isolanti) di materiali specifici. Spesso il cappotto termico viene attuato sulla superficie esterna dell’edificio (con pannelli di sughero) ma, quando questo non fosse possibile per vincoli di vario genere, si può agire anche sulle pareti interne, stando attenti però a non “erodere” troppo il volume interno degli ambienti con i pannelli in lana di roccia. Il cappotto termico garantisce una maggiore uniformità della temperatura e contrasta il fenomeno della “parete fredda”.

Se state ristrutturando la vostra casa, potete eliminare i ponti termici con un intervento ancora più drastico, eliminando l’involucro dell’edificio e ponendone uno nuovo.

Può essere una buona soluzione anche l’isolamento termico in intercapedine, che consiste nell’insufflaggio dell’isolante sfuso direttamente all’interno della cortina edilizia. Questa soluzione, tuttavia, non è efficace contro alcuni ponti termici, come quelli causati all’altezza di pilastri e travi, dal momento che l’isolante sfuso non può attraversarli. Ricordatevi che, qualsiasi intervento vogliate fare, servirà il supporto di professionisti specializzati in isolamento termico di edifici, come dei progettisti.