Cosa si intende quando parliamo di caregiver?

La figura del caregiver è colui, o meglio colei, che si occupa dell’assistenza di una persona non autosufficiente. Di fatto, questo ruolo è ricoperto per lo più da donne, le quali si trovano a dover conciliare le responsabilità familiari con il lavoro e la vita personale. Questa condizione, che porta con sé un forte carico fisico, emotivo e psicologico, evidenzia le carenze di un sistema di welfare che non offre il supporto adeguato a chi si prende cura dei propri cari.

L’invisibile ed essenziale compito del caregiver

All’interno delle famiglie il caregiver è una figura essenziale, soprattutto quando si tratta di assistere persone anziane, malate o disabili. Questa attività può essere svolta in maniera informale, all’interno del nucleo familiare, o in modo professionale, come avviene per gli operatori sanitari e assistenziali. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il ruolo viene assunto da un familiare, che si fa carico delle necessità quotidiane del parente non autosufficiente.

Il lavoro del caregiver include una vasta gamma di compiti, tra cui la gestione delle terapie mediche, l’aiuto nelle attività quotidiane, come l’igiene personale e l’alimentazione, il supporto psicologico e, spesso, anche la gestione economica e burocratica delle cure. È un impegno che richiede una dedizione costante e che può durare anni, un vero e proprio sacrificio per chi lo assume.

Le donne e il ruolo del caregiver: un peso diseguale

Nella maggior parte dei casi, sono le donne a ricoprire il ruolo di caregiver. Secondo numerosi studi, circa il 70-80% dei caregivers familiari sono donne, spesso figlie, mogli o nuore della persona assistita. Questa disparità di genere è legata a una visione ancora fortemente radicata nella società, secondo cui le donne sarebbero naturalmente predisposte alla cura e all’accudimento.

Questa situazione porta molte donne a dover affrontare un doppio o triplo carico di lavoro, tra la gestione della casa, l’attività professionale e l’assistenza al familiare malato. Questo sovraccarico genera forte stress, con conseguenti ripercussioni sulla salute fisica e mentale. Per affrontare al meglio questa condizione, è utile consultare 5 consigli per gestire lo stress.

Spesso, le donne caregivers rinunciano alla propria carriera o riducono l’orario di lavoro per potersi dedicare all’assistenza, con conseguenze economiche a lungo termine, come una minore contribuzione pensionistica e una maggiore precarietà finanziaria.

Le famiglie e il peso dell’assistenza

Una famiglia che si trova ad assistere un parente anziano o malato, spesso si scontra con una realtà complessa e difficoltosa a cominciare dalla gestione delle cure, dal costo elevato dei servizi assistenziali e dalla scarsa disponibilità di aiuti da parte delle istituzioni.

Uno degli aspetti più insidiosi è la difficoltà di conciliare l’assistenza con il lavoro e la vita personale. Come già accennato, molti caregivers devono ridurre il tempo dedicato al lavoro o lasciarlo del tutto per poter accudire il proprio caro e, così facendo, rischiano l’isolamento sociale. Infatti, dedicando gran parte del proprio tempo alla cura del familiare malato e rinunciando alla propria vita sociale, alle relazioni interpersonali e al tempo per sé stessi finiscono per sviluppare stati di ansia, depressione e senso di solitudine.

È opportuno menzionare anche il costo elevato dell’assistenza domiciliare o delle strutture residenziali che rappresenta un ostacolo insormontabile per molte famiglie.

Tra l’altro, i servizi di assistenza pubblica sono insufficienti o prevedono lunghe liste d’attesa, che costringono le famiglie a ricercare soluzioni alternative, come rivolgersi ad agenzie private che offrono personale qualificato per l’assistenza agli anziani e ai malati. L’agenzia Passione e Competenza di Bologna conferma che questa soluzione allevia il carico dei caregivers familiari e garantisce standard di assistenza elevati e accessibili.

Il ruolo delle istituzioni e le carenze del welfare

Per come stanno le cose, il supporto delle istituzioni è spesso insufficiente. Il welfare non offre strumenti adeguati per sostenere chi assiste un familiare non autosufficiente e le misure di sostegno economico, come assegni di cura o sussidi, sono inadeguate o difficili da ottenere a causa della burocrazia complessa.

I servizi di assistenza domiciliare risultano limitati e non sufficienti a coprire le reali necessità delle famiglie e, anche quando i caregivers riescono ad ottenere permessi retribuiti o congedi dal lavoro, queste misure non bastano per far fronte alle esigenze di assistenza a lungo termine.

Riconoscere l’importanza dei caregivers

Per migliorare la condizione dei caregivers e delle famiglie che assistono un parente anziano o malato, è necessario un maggiore impegno da parte delle istituzioni.

Il ruolo del caregiver è troppo spesso sottovalutato e scarsamente riconosciuto e sulle donne, in particolare, grava un peso sproporzionato, che si ripercuote sulla loro salute, sulla carriera e sulla vita personale.

Per tutte queste ragioni, è necessario potenziare i servizi di assistenza domiciliare, aumentare il sostegno economico ai caregivers e promuovere politiche di conciliazione tra lavoro e assistenza. Inoltre, è importante sensibilizzare la società sull’importanza di questo ruolo, affinché il carico della cura non ricada esclusivamente sulle spalle delle donne, ma venga equamente distribuito tra tutti i membri della famiglia e della comunità.