Le case in legno rappresentano una scelta che ha sempre più sèguito in questi ultimi tempi perché mettono insieme la sicurezza dell’abitare (costruzioni antisismiche e progettate contro le dispersioni termiche ed acustiche) con l’ecosostenibilità, vista la portata ecologica del legno. Può però accadere che se una casa in legno viene costruita male, e cioè non progettata nei minimi dettagli, può logorarsi in fretta e richiedere una manutenzione costante. Se invece viene progettata ed edificata a regola d’arte una casa in legno durerà per tantissimi anni senza particolari accorgimenti di manutenzione. Tra gli aspetti a cui prestare molta attenzione vi è la posizione e l’applicazione dei cordoli, che nella bioedilizia detengono un’importanza fondamentale. Scopriamo perché.
Le pareti di una casa in legno e l’ancoraggio ai cordoli sulle platee
Le fondazioni di una casa in legno di solito vengono realizzate con una platea in cemento sopra la quale si trova il cordolo con guaina protettiva e poi ancora la parete. Le pareti devono necessariamente poggiare su cordoli ben equipaggiati, al fine di evitare scivolamenti e cedimenti strutturali. Non dobbiamo poi dimenticare che i nemici di questa tipologia di edifici sono: 1) L’umidità, sotto forma di ristagni di acqua anche vicino alle pareti; 2) I ponti termici, che causano sbalzi di temperature e dispersioni termiche, con conseguenti formazioni di muffe, condense e marciume del legno. Per far sì che questi “nemici” vengano sconfitti adeguatamente, bisogna che la guaina protettiva isoli l’intera superficie della platea e non solo i cordoli. Inoltre la guaina impermeabile potrebbe non bastare ed occorre tenere il pavimento del piano terra leggermente più in alto rispetto alla platea. Ciò si può ottenere con una base di legno in larice tra il pavimento e il cemento, ma anche tra le pareti. La scelta del larice è indicativa di un tipo di legno particolarmente resistente all’acqua ed impermeabile.
I ponti termici e l’utilizzo dei cordoli in cemento armato
Umidità e ponti termici sono dunque i fenomeni più insidiosi da scansare nelle case di legno. I ponti termici, in particolare, possono venire a formarsi anche nello spazio tra i cordoli e la platea. Molto spesso ciò accade perché la costruzione è stata portata avanti in maniera erronea, con l’utilizzo di placche in acciaio proprio sui cordoli della platea. L’acciaio è un metallo che favorisce le dispersioni di calore, dando luogo a condensa. Attenzione anche all’impiego dei cordoli in cemento armato, perché se contestualmente non viene eseguito un corretto lavoro di isolamento termico, questo materiale perderà calore e lo cederà al terreno delle fondamenta. Da non dimenticare i tubi di scarico, che se troppo vicini alle pareti daranno luogo anch’essi a condense.
I cordoli in calcestruzzo vibrocompresso e le loro caratteristiche
L’alternativa al cemento armato, volendo continuare a parlare di materiali dei cordoli, potrebbe essere quella del calcestruzzo vibrocompresso, realizzato con cemento ad alta resistenza e compatibile con le costruzioni tipiche della bioedilizia. Questo materiale speciale presenta caratteristiche molto vantaggiose contro le condense i ponti termici. Ha infatti un assorbimento dell’acqua nettamente inferiore rispetto ad altri materiali, e in più resiste molto di più agli scivolamenti, alle abrasioni e alle flessioni. Il calcestruzzo vibrocompresso è inoltre stato testato con successo contro gli incendi, vista la sua capacità ignifuga. Potrebbe perciò rivelarsi una scelta ideale nelle costruzioni delle case in legno e, in generale, negli edifici di bioedilizia.