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Condizionatori, attenzione all’uso: ecco quanto consumano

L’importanza dell’ecosostenibilità

Nell’acquistare un condizionatore spesso si pensa all’unico aspetto delle funzionalità e delle modalità con cui tale elettrodomestico fornirà agli utenti aria fresca nei momenti in cui il calore si fa sentire maggiormente. Ma in un’epoca in cui si deve fare necessariamente attenzione ai consumi di elettrodomestici e dispositivi elettronici vari, è bene tenere conto del fattore ormai imprescindibile dell’ecosostenibilità.

Per ecosostenibilità si intende un regolamentazione del comportamento attuata dagli esseri umani nelle abitudini e nelle pratiche abitudinarie, nell’ottica di mantenere e garantire la protezione e lo sviluppo dell’ambiente.
Da un punto di vista puramente materiale, tutto ciò si traduce anche e soprattutto nell’ambito degli elettrodomestici. Frigoriferi, lavatrici, asciugatrici e tutti gli oggetti che appartengono a questa categoria sono interessati da norme e leggi sempre più restrittive sul piano dei consumi e dell’ecosostenibilità. Il discorso della salvaguardia dell’ambiente e dell’osservazione dei reali consumi degli elettrodomestici è complesso, ma in questi casi giungono in aiuto degli utenti le cosiddette classi energetiche. Per classi energetiche si intendono classificazioni di vario tipo attraverso le quali si inserisce l’elettrodomestico in una categoria di consumo piuttosto che in un’altra, come una sorta di certificato di garanzia posto da aziende specializzate che mirano alla dichiarazione dei reali consumi dell’oggetto. Un esempio riguarda le classi energetiche poste come classificazione sui condizionatori. A proposito di questi elettrodomestici, quanto consumano realmente?

Le classi energetiche e il consumo

Per chiarire realmente quanto consuma un condizionatore è necessario tirare in ballo nuovamente il concetto di classi energetiche. Queste vengono applicate sulla base del consumo di potenza in rapporto al tempo in cui l’elettrodomestico è in funzione, e pertanto i consumi vengono indicati con un’unità di misura non facente parte del sistema internazionale, il wattora (Wh). In realtà, per questioni legate all’entità dei consumi, è uno dei suoi multipli ad essere preso maggiormente in esame, ovvero il chilovattora (kWh), unità di misura che si rapporta con un arco temporale pari a un’ora. Tale unità di misura viene poi applicata in un lasso di tempo ancora maggiore, solitamente un anno, per dare la possibilità ai potenziali acquirenti degli elettrodomestici di avere sott’occhio e confrontare il reale consumo annuale del proprio macchinario. Anche nel caso dei condizionatori viene applicato il rapporto in questione, sempre strettamente connesso alle classi di efficienza energetica.
Facciamo un esempio. Le classi vengono definite con delle lettere, più la lettera si avvicina alla “A”, minori saranno i consumi del condizionatore. Un’ulteriore precisazione: minori saranno i consumi, e, con tutta probabilità, maggiori saranno i costi, anche se le politiche ambientali recenti puntano ad incentivare l’acquisto degli elettrodomestici meno inquinanti attraverso agevolazioni economiche, proprio per favorire la questione della salvaguardia ambientale. Ma la classificazione non è finita qui.

I dati certificati

Per distinguere ulteriormente il consumo degli elettrodomestici, la dicitura riportante la lettera alfabetica può essere affiancata dal segno “+”, a indicare una qualità maggiore riferita ai consumi. Ad esempio, un condizionatore di classe A+++, e quindi particolarmente efficiente da questo punto di vista, consuma in media 160 kWh/anno, il che è un dato incredibile se paragonato ai consumi annuali di un condizionatore di classe F, il quale arriva a consumare anche 430 kWh/anno. Scendendo di classe, e soffermandoci sulla classe B, ci si accorge che i consumi medi per un condizionatore di questo tipo sono pari a 260 kWh all’anno, quindi decisamente migliori rispetto ad un classe F ma ancora al di sotto dell’alto livello qualitativo raggiunto dalla classe massima. Il discorso delle classi energetiche è di fondamentale importanza, sia per il reale impatto che i consumi hanno sull’ambiente sia per il rincaro della bolletta.